Google e AI: la nuova policy sul trattamento dei dati personali

L'intelligenza artificiale Google Bard addestrata attraverso i dati personali degli utenti

bard

L’interesse mostrato verso l'intelligenza artificiale ha condotto Google a non restare estraneo a tale tendenza. Il colosso del settore tech ha scelto, infatti, di implementare sistemi di IA per incrementare la produttività e la creatività dei propri utenti.

 Il risultato? Google Bard. Scopriamo qui cos’è e come utilizzarlo.

Cos'è e come funziona Google Bard?

Google Bard è un chatbot basato su un sistema di intelligenza artificiale generativa e apprendimento automatico, disponibile attualmente in 40 lingue, compreso l’ italiano. Si tratta di un nuovo strumento Google lanciato ufficialmente nel 2023 che non andrà in alcun modo a sostituire il famoso motore di ricerca. Infatti, è possibile utilizzare il chatbot accedendo direttamente al sito ufficiale.

Il funzionamento di Google Bard - il cui nome si rifà ad un appellativo con cui era noto Shakespeare ai tempi - è semplice ed intuitivo. Si presenta come un comune chatbot a cui poter porre delle domande. Il vantaggio è che l’utente riceverà tre risposte diverse sulla stessa schermata. 

Come ci aspettavamo, Google ha lavorato per integrare delle componenti innovative al proprio chatbot. Ad esempio, Bard può anche leggere le risposte proposte ad alta voce, così come rende possibile scegliere quale stile dovrà adottare per le proprie soluzioni alle domande poste (semplice, lunghe, corte, professionali o informali). Quest’ultima funzione, al momento, è disponibile solo in lingua inglese, ma è pur sempre utile nel caso in cui si cercasse un supporto specifico per elaborare testi e contenuti in ottica strategica.

Le novità introdotte sono davvero numerose. Un ulteriore esempio riguarda l’integrazione tra Google Bard e Google Lens (un’applicazione che riconosce le immagini). Attraverso questa, gli utenti possono utilizzare le immagini come prompt, avendo così l’opportunità di offrire risposte basate su domande specifiche che combinano testi e foto. Questo è un vantaggio che possono sfruttare, ad esempio, i social media manager: Google Bard può offrire interessanti spunti per generare contenuti testuali in linea con i carousel immagini.

L’innovazione è sicuramente una caratteristica predominante di questo chatbot Google - così come atteso -  ma gli sviluppatori si sono preoccupati di curare un ulteriore elemento altrettanto importante, soprattutto in Europa: la privacy e la protezione dei dati degli utenti. 

Come Google Bard utilizza i dati degli utenti

Tra gli ultimi aggiornamenti di Google Bard c’è la possibilità di poter trovare un’email dal proprio account Gmail in men che non si dica o di scoprire un video Youtube guardato tempo fa, proprio perché il chatbot può integrarsi con la suite di strumenti Google. Per quanto siano delle funzionalità dall’indubbia efficienza, questa ha spinto utenti di tutto il mondo ad interrogarsi circa le misure relative alla privacy adottate dal colosso informatico.

Prima di tutto, per ovviare ad eventuali problematiche, Google ha deciso di offrire agli utenti una sezione apposita (Privacy Hub), dotata anche di una sezione FAQ tramite cui conoscere nel dettaglio l’informativa sulla privacy e le modalità di trattamento dati degli utenti. In più, l’accesso a Google Bard è consentito solo a chi dimostra di possedere almeno 18 anni.

Stando a quanto riportato sul centro privacy Bard, le conversazioni vengono conservate per un massimo di tre anni e sono sottoposte alla revisioni di esperti, anche se utilizzano degli strumenti automatici per far sì che le informazioni rilevate non siano associate al singolo utente. Inoltre, accedendo alla sezione “attività Bard” sarà possibile evitare che le conversazioni vengano conservate e che i propri dati restino a disposizione di Google. Tuttavia, Google precisa anche che così facendo l’utente non contribuirà al miglioramento del chatbot basato su IA generativa.

Oltre a questo, Google dovrebbe conservare ulteriori dati, come:

  • posizione;
  • indirizzo IP;
  • feedback appartenente all’utente.

Il trattamento di questi dati è motivato come segue: “poter fornire, mantenere, migliorare e sviluppare prodotti, servizi e tecnologie di machine learning di Google”.

Dopo numerose modifiche e revisioni durante l’anno, il gigante statunitense ha deciso di muoversi con prudenza in termini di privacy e protezione. Infatti, Google ha esplicitamente dichiarato l'intenzione di voler adottare un approccio cauto, ma pur sempre ambizioso, per sviluppare un modello AI responsabile e conforme per tutelare gli utenti online. 

In ambito europeo, sappiamo che le cose stanno cambiando: la volontà del Parlamento è offrire una  regolamentazione univoca per i futuri sviluppi dell’intelligenza artificiale. Pertanto, è possibile che il chatbot in questione - ancora in fase di miglioramento, ovviamente - subirà modifiche in termini di privacy in linea con le future direttive europee

Google Bard vs Chat GPT: come si conformano alle richieste dell’UE?

Abbiamo già descritto come Google Bard, attualmente, utilizza i dati degli utenti. Risulta adesso importante chiarire che il lancio del chatbot in Europa fu rimandato proprio per una questione legata alla privacy e alla protezione dei dati degli utenti. 

Infatti, il chatbot è approdato in Europa solo dopo aver dimostrato, presentando le documentazioni richieste, di adottare le misure necessarie per assicurare agli utenti un’esperienza sicura ed affidabile. 

Essendo ancora in fase sperimentale, il team di Google sta lavorando per allineare Bard alle normative vigenti in ulteriori paesi affinché possa estendere l’utilizzo del proprio prodotto.

Anche Chat GPT ha dovuto conformarsi ad alcune modifiche richieste dal Garante Europeo per far sì che l’app fosse ancora fruibile sul territorio. Ad esempio, è stato chiesto di inserire sul sito ufficiale una pagina informativa circa i termini e le condizioni d’uso.

Infatti, raggiungendo il sito ufficiale, si può leggere che dal 14 dicembre 2023 entreranno in vigore i nuovi termini di utilizzo di Chat GPT (da dover leggere e confermare per continuare ad utilizzare la piattaforma).

Sono state presentate ovviamente ulteriori richieste alla società OpenAI con l’obiettivo di rendere il funzionamento di questo chatbot il più trasparente possibile che sono state accolte per continuare a promuovere Chat GPT e le sue infinite potenzialità.

L'Unione Europea sta lavorando per realizzare una normativa che abbia valenza sul territorio internazionale che possa disciplinare i futuri strumenti e i relativi sviluppi dell’intelligenza artificiale. Intanto, la rapidità con cui Bard e Chat GPT si sono adeguate alle richieste dell’UE lascia ben sperare per il futuro. 

In casi del genere, informarsi è la parola chiave per acquisire consapevolezza circa le motivazioni e le modalità con cui i nostri dati verranno trattati e restare al passo con gli aggiornamenti in termini di regolamentazioni e norme.

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