La digitalizzazione dei processi produttivi delle PMI

I bonus (2023) nazionali ed europei

Ad oggi l'innovazione tecnologica delle aziende risulta essere fondamentale. Questo per incrementare la competitività sul mercato, ma anche in un'ottica di miglioramento dei processi produttivi. Da non trascurare, in tal senso, la necessità di onorare gli obblighi legislativi recenti, sia nazionali che internazionali. Questi sono relativi al progressivo cambiamento delle dinamiche di produzione, in favore di un'attività aziendale che abbia un impatto ambientale sempre più positivo. Tale tendenza prevede sia la riduzione delle fonti inquinanti che la crescita, in numero e qualità, dei progetti e delle attività di compensazione.

Questo processo di transizione, però, potrebbe spaventare, in particolare nel caso delle piccole e medie imprese. Per questo esistono una serie di incentivi e programmi creditizi, volti ad accompagnare le aziende nella digitalizzazione, ammortizzando i costi che queste ultime devono affrontare. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Il Voucher Connettività

Tra i più recenti troviamo il Voucher Connettività. Esso consiste in uno sconto, per le piccole e medie imprese, da utilizzare per la connessione ad internet in banda ultralarga. Il contributo stanziato dal MISE è suddiviso in tre tipologie. Il voucher A copre i contratti per il passaggio ad una connettività con velocità massima in download compresa tra 30 Mbit/s e 300 Mbit/s. Fino ad 1 Gbit/s per il tipo A2. I voucher B e C, invece, coprono i contratti con una velocità pari o superiore a 1 Gbit/s. I contributi vanno da un minimo di 300 euro ad un massimo di 2500.

Il Voucher non è però l'unica agevolazione prevista nell'ottica della digitalizzazione delle imprese. Lo stesso MISE ha previsto degli incentivi per investimenti sostenibili 4.0, oltre a farsi promotore del bando Digital Transformation. L'obiettivo di quest'ultimo è proprio quello di sostenere la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle MPMI. Si intende raggiungere tale fine attraverso l'implementazione, in particolar modo, delle tecnologie individuate dal PNI 4.0

Il Credito d'Imposta per l'innovazione tecnologica

Attribuibile al Ministero delle Imprese e del Made in Italy quindi il credito d'imposta per l'innovazione tecnologica 4.0. Sul sito dello stesso Ministero si legge che tale credito ha l’obiettivo di sostenere la competitività delle imprese stimolando gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, Innovazione tecnologica. Sono diverse le attività che rientrano in questa misura. Il credito, però, è distribuito diversamente per ognuna di esse. A capo della lista troviamo le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico. In questo caso il credito d’imposta è riconosciuto al 10% fino al 31 dicembre 2031. Questo entro un limite massimo di 5 milioni di euro all'anno.

Per le attività di innovazione tecnologica è previsto invece il riconoscimento del credito al 10% fino al dicembre 2023, ed al 5% fino al 31/12/2025. Questo entro un limite di 2 milioni di euro. Per quanto riguarda invece le attività di innovazione tecnologica 4.0 e green abbiamo una distribuzione del credito al 10% ed al 5% nei periodi sopraindicati, entro un limite di 4 milioni annui.

Digital Transformation

Come dicevamo, il Ministero ha dato l'avvio anche ad un programma di Digital Transformation. Anche in questo caso sono previste attività diverse. Tra queste, ancora una volta, ricerca, innovazione digitale e imprenditoria giovanile. Come si legge sul sito dedicato, sono tanti i settori rientranti nel bando. Tra questi troviamo, ad esempio, ristorazione, cultura, turismo, salute, altri servizi, artigianato e ICT. Inclusi nel pacchetto poi anche i settori di legno e carta, quello tessile e della moda, quello elettronico e tanti altri.

Si tratta di un progetto finalizzato a sostenere la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle micro, piccole e medie imprese. Le agevolazioni vengono concesse per il 50% per cento dei costi ammissibili. Questo 50% viene poi articolato in un 10% corrisposto in forma di contributo, ed un 40% corrisposto invece sotto forma di finanziamento agevolato. Il tutto nel limite delle risorse dedicate al bando, che ammontano a 100.000.000,00 €. In questo caso gli incentivi sono previsti anche per progetti di rete. Quest'ultima forma è ammessa per gruppi che comprendono fino ad un massimo di 10 pmi. È possibile reperire tutte le informazioni necessarie sul sito web del Ministero o su quello di Invitalia.

Nuova Sabatini

Sono stati poi sottoposti a nuova disciplina, a partire dal 1 gennaio 2023, i contributi previsti dalla cosiddetta Nuova Sabatini per micro, piccole e medie imprese. Si tratta di finanziamenti a sostegno dell'acquisto e dell'acquisizione in leasing di nuovi strumenti produttivi. Questi possono essere macchinari, ma anche impianti, beni strumentali oppure hardware, software e tecnologie digitali. Le caratteristiche cui devono sottostare questi beni sono principalmente due. Innanzitutto, ovviamente, la relazione col comparto produttivo. In seconda battuta, essi devono avere la totale autonomia funzionale. Questo significa che non possono essere parti di altri macchinari. Il finanziamento, inoltre, deve essere:

  • compreso tra  20.000 € e 4.000.000 di euro
  • non  superiore a 5 anni di durata
  • utilizzato nella sua totalità per il finanziamento di strumenti ammissibili dalla misura.

Nell'ambito dello stesso contributo, per quella che è stata definita nuova disciplina, in vigore dal gennaio 2023, è stato previsto un ulteriore ambito specifico di investimento. Si tratta dell'acquisto o l'acquisizione di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, a basso impatto ambientale, nell’ambito di programmi finalizzati a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi.

Sud-Mezzogiorno ed Export Digitale

Merita di essere citato, poi, il Bonus Export Digitale del Ministero degli Esteri in collaborazione con l'Agenzia ICE. Inizialmente prevista a luglio 2022, la scadenza di questa iniziativa è stata prorogata. Il bonus è rivolto a micro e piccole imprese, reti e consorzi. Grazie al provvedimento del 14 dicembre 2022, l'accesso è stato esteso anche alle piccole imprese manifatturiere. Si tratta di un contributo volto a finanziare l'attività di internazionalizzazione delle imprese, attraverso soluzioni digitali. Queste ultime, ovviamente, comprendono e-commerce e app mobile, così come una strategia di comunicazione forte, content marketing, e la consulenza in merito alle strategie organizzative ed al capitale umano.


È stato rinnovato anche per il 2023 il Bonus investimenti Sud-Mezzogiorno. Si tratta di un credito per l'acquisto di nuovi beni strumentali, ad opera delle imprese allocate nelle regioni del Sud Italia. In particolar modo si parla di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, e Sardegna. Sono inoltre comprese la Zona Sisma (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria) e le ZES (Zone Economiche Speciali). Il contributo è differenziato in base alle zone d'appartenenza, ed è inversamente proporzionale alla grandezza delle imprese. Questo vuol dire che la fetta più grande del relativo finanziamento è riservata alle piccole e medie imprese. Il settore agricoltura e pesca è incluso nel programma. Sono esclusi invece: costruzione navale, industria siderurgica e carbonifera, trasporti e relative infrastrutture, fibre sintetiche, infrastrutture energetiche e produzione e distribuzione di energia, ed il settore creditizio, finanziario ed assicurativo.

La guida ai bonus europei

Da non dimenticare, accanto alle opportunità presenti nel nostro Paese, il supporto offerto dalla Comunità Europea. Esistono ben sei programmi di finanziamento alle imprese. Essi sono volti in particolar modo alla digitalizzazione di queste ultime, soprattutto quelle piccole e medie. Nell'ottica di incrementare competitività e prosperità del mercato europeo, questi progetti si inseriscono in un piano più vasto, mirato al raggiungimento, entro il 2030, di due obiettivi non da poco. Il primo dei due è giungere al 75% delle imprese dell'UE che utilizzano cloud, IA e Big Data. Il secondo obiettivo è invece fare in modo che più del 90% delle pmi raggiunga almeno il livello base di intensità digitale.

I sei progetti che l'Unione Europea ha previsto in tal senso sono: Orizzonte Europa, il Programma Europa digitale, il Fondo europeo di sviluppo regionale, InvestEU, il Meccanismo per collegare l'Europa, e il Dispositivo per la ripresa e la resilienza. Affinché le imprese del territorio comunitario conoscano queste iniziative e possano accedervi, l'EU ha diffuso una guida ad hoc, consultabile qui.

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