Come la digitalizzazione influenza la sostenibilità
Le forze trasformative che stanno agendo sulla società, sulle modalità di comunicazione e modo di fare business sono guidate principalmente da due driver: digitalizzazione e sostenibilità. Intersecati tra loro, questi due elementi stanno contribuendo ad un radicale cambiamento, diffuso su scala globale, degli aspetti sopra citati.
Agenda 2030, sviluppo sostenibile ed economia circolare: queste sono le ricerche più frequenti degli utenti Google secondo delle stime risalenti a inizio 2023. Ciò dimostra che tematiche attuali, come la lotta al cambiamento climatico, stanno risvegliando le coscienze di un elevato numero di persone.
Un’ulteriore considerazione è legata alla trasformazione sostenibile che sembra camminare di pari passo con l’innovazione tecnologica. Infatti, pare sempre più evidente il contributo che le risorse e i nuovi strumenti digitali stanno offrendo alle imprese di oggi: da una riduzione dei costi interni ad una maggiore produttività.
Ci sono stime secondo cui, entro il 2030, il digitale potrà riuscire ad abbattere fino al 10% delle emissioni rispetto al 2019. Si tratta di una riduzione di circa 37 milioni di tonnellate di Co2 su base annua.
Tuttavia, il rapporto tra digitalizzazione e sostenibilità non è univoco come potrebbe sembrare. Accanto al concetto di digitalizzazione sostenibile si è fatto strada anche quello di inquinamento digitale.
La rapida ascesa delle nuove tecnologie e l’adozione massiva di strumenti digitali hanno agevolato l’adozione di un’identità aziendale sempre più legata alla sostenibilità.
Ad oggi, un concetto sempre più rilevante che spiega bene perché il legame tra digitalizzazione e sostenibilità si sta rafforzando, riguarda la dematerializzazione dei processi aziendali.
Questo descrive un vero e proprio cambiamento organizzativo e culturale delle imprese contemporanee, i cui impatti sono visibili tanto sui nuovi modelli di business applicati che sulle interazioni tra dipendenti e tra clienti/azienda.
Un chiaro esempio di questo processo trasformativo che, ancora oggi, numerose realtà stanno affrontando riguarda la digitalizzazione dei documenti. Altrettanto evidente è l’impatto benefico legato al remote working. Questo ha infatti ridotto notevolmente gli spostamenti quotidiani, agendo positivamente sulle emissioni prodotte.
Il sistema complesso che caratterizza la sostenibilità, intesa in tutti i suoi aspetti - sociale, ambientale, economica - deve quindi fare affidamento a degli strumenti digitali affinché possa risultare funzionante nel suo insieme.
Ad ogni modo, ciò che è emerso fino ad ora è solo una faccia della stessa medaglia: bisogna analizzare anche l’aspetto opposto: l’inquinamento digitale.
Questo concetto fa riferimento alle tecnologie digitali che contribuiscono all’emissione di Co2 (o altri gas serra).
Ma quali sono le fonti del Digital Pollution?
Ogni attività che svolgiamo quotidianamente, quindi, ha un impatto ambientale, seppur in quantità differenti.
Naturalmente, si stanno già aprendo nuove strade affinché il legame tra sostenibilità e digitalizzazione assuma un’accezione esclusivamente positiva. Questo, ad esempio, spiega la nascita di data center green e l’uso di energie rinnovabili per alimentare le nuove risorse tecnologiche.
In Italia, grazie alla Fondazione per la Sostenibilità Ambientale, è nato il DiSI (Digital Sustainability Index).
Merita attenzione il ruolo svolto dalla prima fondazione italiana dedita a condurre studi e ricerche interamente legati alla sostenibilità digitale, poiché l’indice appena descritto misura, rispettivamente:
L'ultimo punto fa riferimento alle capacità di una persona di sfruttare le tecnologie digitali in maniera consapevole (sostenibile, per l’appunto).
Il Digital Sustainability Index appare, quindi, estremamente importante per consentire alle amministrazioni delle regioni italiane di comprendere le modalità di azione possibili per far sì che i cittadini acquisiscano le giuste conoscenze in merito all’uso di strumenti digitali in relazione alla sostenibilità.
I risultati emersi hanno messo in evidenza, infatti, se i cittadini delle diverse regioni italiane avessero piena coscienza di come la digitalizzazione potesse essere un supporto strategico per la sostenibilità. Esempi validi riguardano l’economia circolare, ma anche la diffusione di piattaforme dedicate alla raccolta differenziata e molto altro ancora.
La transizione ecologica a cui aspiriamo presenta un complesso legame con la transizione digitale. Entrambi, infatti, sono due cambiamenti necessari e complementari tra loro per rispondere alle sfide globali attuali (e future).
Anche il mondo delle imprese ha dovuto rispondere prontamente alle rinnovate esigenze globali, cercando di abbracciare tanto la transizione ecologica che quella digitale: due forze motrici che possono creare valore competitivo e riuscire a farsi spazio sul mercato.
Tra l’altro, ricordiamo che il periodo post-pandemico è stato caratterizzato da una maggiore attenzione posta verso le tematiche qui descritte.
A livello europeo, in questo contesto appare importante il Next Generation EU: un fondo destinato agli stati membri con lo scopo di finanziare un risollevamento economico degli stessi.
Il Next Generation EU si propone di agire su diversi fronti, tra cui:
Dagli investimenti per educare i cittadini europei al digitale, all’attuazione di misure che possano contrastare il cambiamento climatico quanto prima, l’Europa sta dimostrando di aver preso coscienza del valore di mettere in atto una transizione green e digital quanto prima.