Un nuovo pacchetto normativo per migliorare i servizi digitali offerti sul territorio dell'Unione Europea
Il Digital Services Act (DSA) e il Digital Markets Act (DMA) costituiscono un nuovo pacchetto di norme proposto dalla Commissione Europea. Lo scopo è quello di migliorare i servizi digitali offerti sul territorio dell'Unione. La strada battuta per raggiungere tale fine è la creazione di uno spazio più sicuro, volto a garantire la protezione dei diritti fondamentali degli utenti. La Commissione si propone, inoltre, di creare condizioni di parità, sia nell'ambito del mercato unico europeo che a livello mondiale. Questo al fine di promuovere l'innovazione, la crescita e la competitività.
La necessità dell'adozione di nuove norme è nata dall'enorme diffusione della digitalizzazione di beni e servizi. La cosa ha un impatto sempre maggiore sulla vita quotidiana, e, nonostante gli innumerevoli vantaggi, porta con sé anche aspetti negativi.
Tra questi ultimi vanno citati:
La proposta del pacchetto legislativo è stata presentata dalla Commissione Europea nel 2020. La definizione delle norme ha visto, come primo step, la consultazione delle parti coinvolte, avvenuta su vasta scala. Sono stati infatti raccolti i pareri di fornitori e utilizzatori dei servizi, passando per associazioni e autorità nazionali, fino ad arrivare agli organi accademici e tecnici. Solo in un secondo momento si è giunti ad un accordo politico. Nello specifico, il 25 marzo 2022 è stato raggiunto un accordo sulla legge sui mercati digitali, ed il 23 aprile su quella sui servizi digitali.
Il DMA, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 12 ottobre 2022, è entrato in vigore il 1 novembre e sarà applicabile dopo sei mesi. Il DSA, invece, sarà direttamente applicabile in tutta l'Unione quindici mesi dopo l'entrata in vigore, avvenuta il 16 novembre 2022.
Il Digital Services Act:
Le nuove norme non soltanto puntano ad offrire una maggiore scelta e maggiori informazioni agli utenti e, ovviamente, ad arginare la diffusione di contenuti illegali. Un ampio spazio è stato infatti dedicato anche alla protezione dei minori. Assolutamente non trascurabili, poi, i nuovi obblighi di trasparenza. Tra questi rientrano l'adozione di un meccanismo per la segnalazione di contenuti illegali e l'obbligo, per tutte le piattaforme, di esporre i propri termini d'uso in maniera chiara e concisa.
I servizi coinvolti nell'applicazione delle norme sono:
Gli obblighi derivanti dal DSA coinvolgono gli operatori in misura proporzionale al loro ruolo e, soprattutto, alle loro dimensioni ed al loro impatto sull'ecosistema virtuale. Particolari misure sono previste per i grandi motori di ricerca e per chi supera i 45 milioni di utenti. La Commissione Europea avrà il diritto di vigilare direttamente su queste piattaforme. Per le altre entità che rientrano nel disegno di legge, nonché per questioni non sistemiche delle sopracitate piattaforme, ogni Stato Membro dovrà designare un Coordinatore dei servizi digitali.
È prevista quindi l'istituzione di un Comitato Europeo per i servizi digitali, nell'ambito del quale i singoli coordinatori si confronteranno tra loro e con la Comunità Europea. In programma anche il Centro Europeo per la Trasparenza Algoritmica, che svolgerà un'attività di supervisione attraverso la messa in campo di conoscenze multidisciplinari.
I grandi attori saranno inoltre tenuti a stilare una valutazione globale dei rischi per i diritti fondamentali, tra cui la libertà di espressione, la tutela dei dati personali e la libertà e il pluralismo dei media online, oltre che i diritti dei minori. Prevista invece l'esenzione da determinate norme e un minor numero di obblighi da rispettare per le piattaforme più piccole e le start-up, che saranno inoltre agevolate nell'accesso al mercato unico, grazie all'uniformità ed alla chiarezza delle norme.
Entro il 17 febbraio 2023 le piattaforme online dovevano quindi comunicare il numero di utenti attivi sui loro siti web. In base al numero comunicato, la Comunità Europea opererà una classificazione delle suddette piattaforme, in seguito alla quale le stesse avranno 4 mesi per conformarsi agli obblighi previsti dalla nuova legge. Tra questi ultimi rientrano quello di stilare
il primo esercizio di valutazione dei rischi, oltre all'attribuzione, entro il 17 febbraio 2024, dei poteri loro spettanti ai Coordinatori dei Servizi Digitali.
Si tratta del primo gruppo di norme comuni sul tema, che garantisce, allo stesso tempo, maggiori opportunità nell'ambito dell'offerta di servizi anche a livello internazionale, ed una puntuale tutela dei diritti degli utenti, indipendentemente dal luogo in cui risiedono. È previsto infatti che tutti coloro che offrono servizi online nell'ambito del mercato unico, dovranno rispettare queste norme, che abbiano o meno sede nell'Unione.
Nello specifico, in base al comunicato stampa della Commissione Europea, il DSA prevede:
Il DSA aggiorna la normativa di settore dopo più di vent'anni, impostando per tutti uno standard di riferimento e un sistema di controllo relativo sia alla protezione dei diritti che al rispetto di doveri specifici. Esso predispone l'attivazione di un sistema di segnalazione per le attività illegali ed i danni subiti, oltre che di risarcimento. Sono previste poi tutele legali per i provider che applichino volontariamente un inasprimento delle misure atte a contrastare la diffusione di contenuti illegali.
Da non trascurare anche l'impatto che il nuovo pacchetto normativo avrà sulle start-up e sull'innovazione in generale. Un Regolamento unico, infatti, applicabile nell'intero mercato comunitario, faciliterà le start-up, anche nelle fasi di crescita maggiormente critiche, che non si troveranno ad affrontare la frammentazione economico legale tra i vari Stati, oltre a dover affrontare costi di conformità più bassi. Le regole sono affiancate da atti di standardizzazione e Codici di Condotta mirati a supportare una facile implementazione da parte delle piccole imprese.
L'ecosistema online sarà poi molto più equilibrato, grazie alla differenziazione che il DSA prevede rispetto all'adempimento degli obblighi. Di questi ultimi, la maggior parte riguardano infatti solo le piattaforme ed i motori di ricerca molto grandi, esentando invece le piccole piattaforme. Tra gli obblighi riservati solo ai grandi attori rientrano, ad esempio, sistemi di indennizzo e di reclamo, oltre che di risoluzione extragiudiziale delle dispute. Da non trascurare poi i doveri di controllo sulle credenziali di fornitori di terze parti, la messa in atto di misure di prevenzione e controllo dei rischi, l'obbligo di collaborazione con autorità di settore e ricercatori, nonché l'obbligo di assicurare la trasparenza, in particolar modo in relazione alla pubblicità ed alle dinamiche di raccolta e diffusione dei dati.
Il nuovo sistema di controllo, che consiste nella cooperazione tra l'UE e i Governi nazionali, supervisionerà come gli intermediari online adatteranno i propri sistemi ai nuovi requisiti. Ogni Stato Membro avrà bisogno di nominare un Coordinatore dei Servizi Digitali, un'autorità indipendente che sarà responsabile di supervisionare i servizi di intermediazione presenti nel proprio Stato e/o di coordinarsi con le autorità specializzate di settore. Per farlo imporrà delle penalità, incluse sanzioni finanziarie. Ogni Stato Membro specificherà chiaramente le penalità nella propria legge nazionale, in linea con i requisiti imposti nel Regolamento, assicurando che
esse siano proporzionate alla natura ed alla gravità dell'infrazione, oltre che deterrenti per assicurare l'adempimento.
Nel caso delle piattaforme online molto grandi, la Commissione avrà la supervisione diretta e poteri rinforzati e potrà, nei casi più gravi, imporre sanzioni fino al 6% del fatturato totale del provider.
Il sistema di controllo non è limitato soltanto alle sanzioni: il Coordinatore dei Servizi Digitali e la Commissione avranno il potere di richiedere azioni immediate ove necessario per riparare a danni gravi, e le piattaforme dovranno impegnarsi sul come rimediare ad essi.
In fine per le piattaforme ribelli, che si rifiutano di adempiere ad obblighi importanti mettendo quindi in pericolo la vita e la sicurezza delle persone, sarà possibile in ultima istanza chiedere ad una Corte una sospensione temporanea dei loro servizi, dopo aver coinvolto tutte le parti interessate.