Motion design e microinterazioni

L'uso di animazioni e transizioni per guidare l'attenzione dell'utente e migliorare l'interazione con l'interfaccia.

Cos’è il Motion Design

Saper costruire una propria identità sul web e riuscire a mantenere alti i livelli di brand awareness richiede delle attente scelte comunicative. Abbiamo pur sempre solo 7 secondi per convincere gli utenti!

Ma non solo: una volta convinti, dobbiamo saper agire per fidelizzarli affinché continuino a scegliere il nostro prodotto/servizio.

Uno degli approcci più innovativi applicati a delle strategie di content marketing è il Motion Graphic Design.

Il motion design può essere definito come l’arte di combinare testi, immagini, simboli e applicarvi tecniche di animazione per conquistare subito gli utenti.

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Ad oggi, più che una tendenza del mondo del graphic design, il motion design si sta imponendo come un must per mappare delle interazioni con gli utenti e facilitare la navigazione di un sito o un’app.

Questa disciplina - nota anche come design del movimento - si concentra, quindi, sulla creazione di animazioni, app interattive e sequenze cinematografiche.

A tal proposito, ricordiamo che le origini del motion design risalgono proprio agli albori del cinema.

Poi, la rivoluzione tecnologica e la rapida ascesa della digitalizzazione hanno contribuito all’evoluzione di questo approccio: dall’ambito cinematografico, il motion design si è esteso anche al web design e ai media interattivi.

Quali sono le componenti del motion design?

In un mondo digitalizzato, dove la componente visiva è sempre più importante nella logica di acquisizione cliente e fidelizzazione, il motion design è sicuramente l’arma vincente per i designer.

Ma quali sono le componenti principali del motion design? Eccone alcune:

  • animazioni: sono il cuore di questa disciplina. Anticipiamo che per creare l’idea di movimento manipolando immagini, testi o forme, è possibile affidarsi a tecnologie come Javascript o CSS3;
  • transizioni: elementi fondamentali perché garantiscono fluidità nell’interazione e guidano gli utenti tra un elemento e l’altro;
  • timing: è un aspetto più importante di quello che può sembrare, poiché assicura che le animazioni siano naturali e che i movimenti non distolgano gli utenti dall’obiettivo principali della pagina / sezione che stanno visitando;
  • storyboarding: fase cruciale durante la quale è possibile iniziare a pianificare e strutturare il flusso delle animazioni;
  • prototyping: processo di creazione di un modello caratterizzato dalla fase di mockup (simulazione dell’interfaccia in tutte le sue componenti) e tutto ciò che riguarda dei test grazie ai quali giungere al risultato sperato.

Vogliamo concentrarci sugli ultimi due punti qui inseriti: sia lo storyboarding che il prototyping sono processi iterativi che, molto spesso si sovrappongono, ma contribuiscono a migliorare la visione creativa e la tecnica di un progetto.

Cosa sono le microinterazioni?

Avete mai notato come le tastiere degli smartphone ingrandiscono le lettere che tocchiamo mentre scriviamo? Ecco: questa è una microinterazione.

Oppure, avete mai riflettuto sul fatto che, quando mettiamo “like” sui principali social media, compaiono una serie di reazioni diverse tra cui scegliere? Anche questi pulsanti, in realtà, rappresentano delle microinterazioni.

Dunque, possiamo definire le microinteractions come delle singole attività che svolgono una specifica funzione all’interno di un prodotto digitale.

Perchè sono importanti per i designers? Semplicemente perché sono elementi che rispecchiano l’attuale approccio human-centered.

Queste, appaiono quindi fondamentali per offrire un’esperienza utente di qualità e che risponda ai bisogni - manifesti e latenti - del nostro target di utenti.

Ci sono differenze tra motion design e microinterazioni? Ovviamente sì.

Mentre il focus del motion design sono i movimenti e le animazioni con lo scopo di creare esperienze interattive, quello delle microinterazioni è innescare piccoli eventi interattivi che migliorano la user experience.

Le 4 componenti delle microinterazioni

Il libro di Dan Saffer intitolato “Microinteractions: Designing with Details” è uno dei più interessanti da cui comprendere come progettare delle microinterazioni in modo efficace.

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Nello specifico, identifica quattro componenti chiave delle microinteractions, quali:

  • Trigger: rappresenta l’innesco che genera la microinterazione. Può essere scaturita sia da un’azione compiuta dall’utente (come un semplice click) o un automatismo (il suono di una notifica quando abilitiamo una determinata funzione);
  • Regole: l’insieme di condizioni, invisibili all’utente finale, che definiscono il processo della microinterazione;
  • Feedback: può essere sia visivo che uditivo e non è altro che l’informazione che l’utente riceve su ciò che sta accadendo. Deve essere immediato e comprensibile (ad esempio, la batteria del proprio smartphone che da rossa diventa verde non appena raggiunge uno stato di carica di oltre il 20%);
  • Cicli e modalità: specificano la durata di una microinterazione, determinando anche cosa accade al ripetersi di un’azione o se le condizioni previste subiscono un cambiamento.

Ciò che risulta importante è che le microinterazioni, quando ben progettate, incidono fortemente sulla soddisfazione e la fidelizzazione dell’utente.

Motion Design e Microinterazioni: quali sono i vantaggi?

Il motion design e le microinterazioni sono due elementi che vengono combinati sinergicamente dai designers che hanno compreso l’importanza di sapersi distinguere e di offrire una user experience coinvolgente e fluida.

In un panorama in cui il customer journey è costituito da numerosi touchpoints, c’è bisogno di capire quali sono gli strumenti più potenti per arrivare al pubblico individuato e raggiungere specifici obiettivi. Questi possono riguardare il tasso di engagement, oppure la generazione di lead, conversioni e acquisti.

In qualsiasi caso, suggeriamo di non sottovalutare l’efficacia e la potenza del motion design e delle interazioni durante la progettazione della User Experience.

Vantaggi del motion design

Ecco i vantaggi determinati dal motion design:

  • migliora l’appeal: ogni designer ha la necessità di dar vita a prodotti digitali esteticamente piacevoli. Da questa prospettiva, l’adozione di grafiche in movimento può migliorare la percezione della qualità da parte degli utenti;
  • maggiore interattività: coinvolgere è la chiave, ragione per cui è importante costruire delle esperienze utente interattive e dinamiche;
  • guida la navigazione dell’utente: delle animazioni strategicamente inserite all’interno del proprio sito web o dell’app mobile indicano il percorso da seguire all’utente per compiere una determinata azione;
  • feedback emotivo: le animazioni, molto spesso, suscitano risposte che aiutano nella creazione di un legame emotivo tra utente e brand.

Vantaggi delle microinterazioni

Ecco, invece, un elenco dei vantaggi apportati dalle microinterazioni:

  • migliorano l’usabilità: grazie alla componente dei feedback, le microinteractions rendono l’interfaccia più intuitiva da utilizzare, poiché ricevono informazioni immediate circa i risultati delle loro azioni;
  • personalizzano la user experience: personalizzandole, queste possono ridurre il tempo necessario per svolgere una determinata azione e rendere il processo più rapido e fluido;
  • incrementano l’engagement: grazie alle quattro componenti sopracitate, le microinterazioni motivano gli utenti alla navigazione, rendendo la loro esperienza più gratificante;
  • gamificano l’esperienza: aggiungendo elementi di gioco, come specifiche animazioni quando si raggiunge una determinata fase di un processo ( ad esempio, i badge che compaiono quando avanziamo di livello in un corso) è possibile incentivare gli utenti ad esplorare ulteriormente il sito.

Migliori tools per Motion Design e Microinterazioni

Designers e appassionati, vi tocca seguirci per un altro po’ se vi interessa scoprire quali sono gli strumenti migliori per la creazione di microinterazioni e di elementi di motion design.

Tools per il Motion Design:

  • Blender: software open-source perfetto per la creazione di grafiche in 3D;
  • Figma: Offre strumenti di prototipazione e animazione integrati, permettendo ai designer di creare interfacce utente dinamiche direttamente all'interno dell'app;
  • Adobe Animate: uno dei software più popolari per la creazione di animazioni vettoriali e di effetti speciali.

Tools per Microinteractions:

  • Adobe XD: piattaforma che consente di creare animazioni per le applicazioni e interazioni intricate, particolarmente utile per la fase di prototipazione;
  • Origami Studio: appartenente a Facebook (Meta), è un tool utilizzato per progettare a testare interazioni intricate per le app;
  • Framer: piattaforma per la prototipazione, utile sia per la creazione di interazioni che di animazioni.

Ciascuno degli strumenti qui menzionato presenta funzionalità specifiche e si adatta in maniera diversa a determinati flussi di lavoro, budget e livelli di esperienza.

Conclusioni

Il motion design e le microinterazioni sono fondamentali in un lavoro di web design perché soddisfano gli utenti, migliorano la user experience e, di conseguenza, sono elementi aggiuntivi che incidono su tassi di conversione, vendite, etc.

La differenza la fanno i dettagli? Allora non puoi non sfruttare il motion design e le microinteractions nella progettazione di una user experience fluida, piacevole e soddisfacente!

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