Cosa non deve mancare nella cassetta degli attrezzi
Un back end developer è colui che, nella costruzione di un sito web, si occupa di fondare le basi. Insomma, a lui è affidata la responsabilità di realizzare una buona architettura di un sito o di un qualsiasi software.
Questo vuol dire che un back end developer opera server-side; ovvero scrive righe di codice dedicate alla realizzazione dell’infrastruttura del sito o dell’app di cui si sta occupando. Questa figura professionale - sempre più ricercata nell’ultimo periodo - non va confusa, però, con quella del front end developer.
Quest’ultimo, infatti, si occupa di programmare tutti gli elementi visibili di un sito o di un’app con cui gli utenti interagiscono. Dunque, si occupa perlopiù dello sviluppo dell’interfaccia grafica di un applicativo web.
Di norma, uno sviluppatore back end lavora sinergicamente con il front end, poiché entrambi si occupano di due diverse facce ma della medesima medaglia.
L’obiettivo finale è quello di realizzare un software che sia responsive, intuitivo e affidabile per l’utente finale.
Uno dei linguaggi di programmazione più richiesti per coloro che cercano impiego come back end developers è Java. Si tratta di un linguaggio conosciuto in realtà anche dai front end developers e dai full-stack. È particolarmente apprezzato (e rinomato) per il suo tradizionale slogan: “write once, run anywhere” che fa riferimento al fatto che, un codice scritto in Java può essere eseguito ovunque. In breve, Java è un linguaggio object-oriented ma è anche un ecosistema composto dalla Virtual Machine, il Runtime Environment e il Development Kit.
Dopo Java, Python occupa sicuramente un posto sul podio tra le tecnologie che un buon back end developer dovrebbe conoscere. Questo è un linguaggio di programmazione diffusissimo per lo sviluppo di applicazioni web, ma trova anche uso anche per l’analisi dei dati, il Machine Learning e lo scripting. L'intuitività di questo linguaggio di programmazione, combinata con la sua versatilità, ne ha sancito il successo tra i back end developers.
Acronimo di "Hypertext Processor” è un linguaggio di scripting utilizzato lato server per la creazione di siti web dinamici. Si tratta, inoltre, di un linguaggio interpretato in grado di interagire con numerosi database, oltre ad integrarsi con linguaggi come HTML. Presenta una sintassi abbastanza semplice ed intuitiva pur offrendo diverse funzionalità, tra cui la possibilità di creare mailing list o di gestire dati.
SQL sta per “Structured Query Language” e rientra tra i linguaggi di programmazione più popolari per archiviare, recuperare, rimuovere o elaborare dati appartenenti a dei database relazionali. In questo caso, un back end developer potrà utilizzare SQL per gestire efficacemente i dati e garantire l'affidabilità e la robustezza di un’app o di un sito web.
Infatti, conoscere questo linguaggio permette di implementare maggiori misure di sicurezza, prevenendo attacchi informatici come SQL Injection. Un back end developer dovrebbe saper manipolare i database relazionali tramite SQL anche nel caso in cui ci fosse bisogno di integrare diversi sistemi tra loro. Conoscendo questo linguaggio, il processo di integrazione risulterà più semplice e fluido.
Non è un linguaggio di programmazione, ma GitHub rientra ugualmente tra i must know di un back end developer. É una piattaforma web di hosting che consente la collaborazione tra i dev, semplificando di gran lunga il lavoro in team.
Tra l’altro, saper usare GitHub significa anche poter visionare modifiche e aggiornamenti al codice in tempo reale, riuscendo così ad avere sempre contezza di come sta procedendo il lavoro. Inoltre, è una piattaforma fondamentale per la condivisione della documentazione associata ad un determinato progetto.
Questa si propone come un riferimento per conoscere le fasi e le caratteristiche di sviluppo di un progetto, facilitando eventuali debug o manutenzioni in un secondo momento.
Per uno sviluppatore back end è altrettanto importante conoscere GIT; un sistema di controllo delle versioni open source da utilizzare sia per piccoli che per grandi progetti di sviluppo software. Anche in questo caso, un developer che sa utilizzare Git sarà in grado di collaborare col team.
Ad esempio,gli sviluppatori potranno sfruttare le funzionalità di branching e merging tramite cui creare rami specifici per i singoli sviluppi/correzioni di errori di cui si occuperanno, per poi farli convergere all’interno dell’intero progetto quando pronti. Infine, Git è uno strumento da conoscere per gestire con flessibilità i diversi flussi di lavoro che caratterizzano un progetto.
Ovviamente, uno sviluppatore back end avrà bisogno di un software apposito per lo sviluppo e il debugging, ma anche per scrivere righe di codice. Da un lato, quindi, abbiamo gli IDE (Integrated Development Environment): software che forniscono in un unico ecosistema gli strumenti necessari per lo sviluppo software, semplificando i diversi processi. Parte integrante di un ambiente di sviluppo sono anche i text editor, come Visual Studio Code che presenteremo a breve.
Un classico esempio di IDE per i back end developer è Eclipse. Questo, è un ambiente di sviluppo open source integrato particolarmente utilizzato per sviluppare in Java, ma supporta anche Python, PHP e molti altri linguaggi.
Una delle principali caratteristiche che rende Eclipse una scelta abbastanza comune tra gli sviluppatori back end riguarda i potenti strumenti di debugging che offre, oltre all’intuitività dell’interfaccia grafica. Per coloro che si occupano di back end, Eclipse è particolarmente apprezzato anche per i diversi plugin disponibili che semplificano l’integrazione tra i diversi framework necessari per lo sviluppo back end, gestione database e strumenti di testing.
Anche IntelliJ IDEA è un ambiente di sviluppo integrato e utilizzato dai back end developers che scrivono in Java. Sebbene sia specifico per questo linguaggio di programmazione, è bene menzionarlo perché appare come un IDE completo ed avanzato.
Bisogna specificare che i dev interessati possono scegliere di utilizzare la versione a pagamento, ovvero quella enterprise, oppure quella gratuita consapevoli di poter sviluppare esclusivamente modelli open source.
Visual Studio Code è conosciuto come un editor di testo, ma le sue funzionalità estese lo avvicinano molto ad un ambiente di sviluppo. Infatti, per i back end developers questo è uno strumento tanto potente quanto flessibile, soprattutto per le molteplici funzionalità che offre.
I dev che utilizzano VSC ne apprezzano soprattutto l’estensibilità sia tramite plugin che tramite particolari estensioni. Per quanto banale, questo consente al singolo sviluppatore back end di personalizzare il più possibile questo text editor, così da ottimizzare il proprio flusso di lavoro.
Questa è un’interfaccia a riga di comando che permette l’interazione con Linux - sistema operativo - attraverso comandi testuali. Anche se non necessario, è spesso uno strumento presente nella cassetta degli attrezzi di uno sviluppatore back end perché moltissimi server si appoggiano su questo sistema.
Un ultimo tool di particolare importanza per gli sviluppatori back end è Postman. Questo permette la creazione, la condivisione e le fasi di test di API (Application Programming Interface).
Considerando che queste interfacce sono alla base di numerosi applicativi, è fondamentale che un back end developer sappia gestire API in modo che siano affidabili e che mantengano la corretta interazione tra un’app e l’altra.