Standalone components Angular 2025: come cambiano architettura, moduli e routing

Scopri cosa sono gli Standalone Components di Angular, perché superano i NgModules e come migrarli nel 2025. Semplifica architettura, routing e test.

angular standalone components

Negli ultimi anni, Angular ha attraversato una trasformazione profonda: dai classici NgModules agli standalone components, il framework sviluppato da Google punta a un’architettura più semplice, modulare e moderna.

In questo articolo ripercorriamo le tappe principali di questa evoluzione, vediamo cosa sta cambiando, quale sarà il destino dei NgModules e quando conviene iniziare a migrare.

Una breve storia dell’architettura Angular

Quando Angular è stato rilasciato (come riscrittura di AngularJS), una delle innovazioni principali fu l’introduzione dei NgModules.

I moduli hanno reso possibile suddividere le applicazioni in blocchi coesi, facilitando l’organizzazione del codice, il riutilizzo di componenti, direttive e servizi, e l’implementazione di funzionalità avanzate come il lazy loading.

Per anni, questa architettura modulare è stata uno dei motivi per cui Angular è diventato il framework di riferimento per progetti enterprise complessi e team numerosi.

Tuttavia, con l’evolversi del panorama front-end e la crescente competizione con framework come React e Vue, sono emersi alcuni limiti:

  • configurazioni spesso ridondanti;
  • boilerplate non sempre giustificato;
  • curva di apprendimento più ripida per i nuovi sviluppatori.

Per rispondere a queste sfide e rendere Angular più snello e accessibile, Google ha introdotto un nuovo approccio architetturale: gli standalone components.

Cosa sono gli standalone components in Angular

Gli standalone components sono una delle innovazioni più significative introdotte in Angular negli ultimi anni.

Ma cosa significa esattamente standalone? In pratica, uno standalone component è un componente completamente autonomo, che dichiara da solo tutte le dipendenze di cui ha bisogno per funzionare.

Non serve più creare un NgModule che lo “incapsuli”: il componente importa direttive, pipe e altri componenti direttamente al suo interno, diventando così autosufficiente.

Questa novità è stata introdotta in forma sperimentale con Angular 14 e ha ricevuto miglioramenti importanti nelle versioni successive, fino a diventare la modalità consigliata a partire da Angular 17 e confermata anche nelle release più recenti, incluso Angular 20.

L’obiettivo di Google è chiaro: ridurre la complessità, eliminare configurazioni ridondanti e velocizzare lo sviluppo, senza sacrificare la struttura modulare che ha reso Angular uno dei framework più robusti in ambito enterprise.

Un vantaggio concreto? Se fino a ieri era necessario definire un modulo per ogni feature o sezione dell’applicazione, oggi puoi creare componenti indipendenti, più facili da testare, riutilizzare e mantenere.

Inoltre, gli standalone components semplificano anche la gestione delle route: puoi associare una route direttamente a un componente, senza dover passare da un modulo di routing separato.

Questa filosofia rende Angular più vicino a come funzionano altri framework moderni come React, dove i componenti sono di fatto “standalone” per natura. Ma con un vantaggio in più: la potenza e la struttura tipica di Angular restano a disposizione per chi ne ha bisogno.

NgModules vs standalone components: cosa cambia in Angular

Il passaggio dagli NgModules agli standalone components rappresenta una trasformazione importante nell’architettura di Angular, con impatti concreti sul modo in cui si sviluppano e organizzano le applicazioni.

Vediamo qui le principali differenze tra componenti standalone e NgModules:

1.Struttura e dichiarazioni

Con gli NgModules, ogni componente, direttiva o pipe deve essere dichiarato all’interno di un modulo specifico. Questo implica una struttura gerarchica in cui il modulo funge da contenitore obbligatorio, creando spesso una complessità di configurazione e un numero elevato di file da gestire.

Con gli standalone components, questa rigidità viene eliminata: ogni componente è autosufficiente e può importare direttamente le dipendenze di cui ha bisogno, senza passare attraverso un modulo. Questo snellisce la struttura dell’applicazione e riduce il boilerplate.

2.Importazioni e dipendenze

Un’altra differenza è che negli NgModules, per utilizzare un componente o una direttiva esterna, è necessario importare il modulo che li contiene. Questo può portare a una gestione complessa delle dipendenze, con molti moduli che si importano a vicenda.

Gli standalone components, invece, semplificano questo aspetto, poiché il componente importa direttamente ciò che gli serve (componenti, direttive, pipe o moduli funzionali come CommonModule). Si tratta di un aspetto che favorisce una gestione più chiara e modulare delle dipendenze.

3.Routing

Con l’approccio tradizionale basato su NgModules, le route sono definite in moduli di routing dedicati, che a loro volta fanno riferimento ai componenti.

Con gli standalone components possiamo assegnare direttamente una route a un componente standalone, eliminando la necessità di creare moduli di routing specifici. Ciò rende la configurazione delle route più semplice e immediata.

4. Testing e manutenzione

La natura autonoma degli standalone components rende più facile il testing isolato di singoli componenti, senza dover costruire l’intero albero dei moduli per simulare il contesto di esecuzione.

Inoltre, la riduzione del boilerplate e la gestione diretta delle dipendenze agevolano la manutenzione del codice, rendendo più semplice individuare e modificare le parti dell’applicazione.

5. Compatibilità e gradualità della migrazione

Nonostante il cambiamento di paradigma, Angular ha progettato gli standalone components per essere pienamente compatibili con il sistema basato su NgModules.

Quindi, è possibile avere componenti standalone e moduli tradizionali coesistenti all’interno della stessa applicazione, permettendo una migrazione graduale senza stravolgimenti immediati.

Il futuro di NgModules: saranno ancora supportati?

Con l’avvento degli standalone components, molti si chiedono quale sarà il destino degli NgModules all’interno dell’ecosistema Angular. La buona notizia è che NgModules non spariranno nel breve termine e continueranno a essere supportati ufficialmente da Google.

Gli NgModules sono una parte fondamentale dell’architettura Angular da oltre un decennio, e molte applicazioni enterprise di grandi dimensioni si basano ancora su di essi. Per questo motivo, il team Angular ha garantito che il supporto per NgModules resterà presente almeno per tutta la durata del ciclo di vita delle versioni correnti e future del framework.

Tuttavia, è chiaro che il focus di sviluppo e le nuove feature sono sempre più orientati verso gli standalone components, che rappresentano la direzione futura del framework per rendere Angular più leggero e facile da usare.

Questo significa che, anche se gli NgModules resteranno compatibili e mantenuti, per i nuovi progetti è consigliabile iniziare a utilizzare gli Standalone Components, così da beneficiare di un’architettura più moderna e snella.

Inoltre, grazie alla compatibilità tra i due sistemi, è possibile adottare una strategia di migrazione graduale: mantenere il codice esistente basato su NgModules e introdurre progressivamente componenti standalone senza dover riscrivere tutto da zero.

Quando migrare agli standalone components: casi d’uso pratici

La migrazione agli standalone components conviene soprattutto in questi scenari:

  • progetti nuovi o riscritture parziali: avviare un progetto da zero con componenti standalone permette di partire con un’architettura più snella e moderna. Anche nelle riscritture parziali, puoi convertire singoli componenti senza dover rifare tutto;
  • applicazioni modulari con team distribuiti: in team numerosi e distribuiti, gli Standalone Components semplificano la gestione delle dipendenze, favorendo l’autonomia dei singoli moduli e riducendo i conflitti;
  • migliorare manutenzione e testabilità: progetti complessi con molti NgModules possono diventare difficili da mantenere. I componenti standalone rendono il codice più leggibile e il testing più immediato, senza necessità di configurare moduli complessi;
  • ottimizzazione del caricamento e bundle: grazie alla semplificazione delle dipendenze e al supporto diretto per il lazy loading, gli Standalone Components possono migliorare le performance di caricamento e ridurre la dimensione del bundle finale;
  • semplificazione del routing: se la gestione delle route è complessa e prevede molti moduli di routing, passare a componenti standalone permette di associare le route direttamente ai componenti, semplificando la configurazione.

Angular e standalone components: le mie considerazioni finali

L’introduzione degli standalone components rappresenta senza dubbio una delle evoluzioni più interessanti e strategiche di Angular negli ultimi anni.

Questa novità non solo rende il framework più snello e accessibile, ma risponde anche a esigenze reali degli sviluppatori moderni, sempre alla ricerca di soluzioni più rapide e meno verbose.

Personalmente, vedo gli standalone components come un passo fondamentale per mantenere Angular competitivo nel panorama front-end, specialmente in confronto a framework più “leggeri” come React o Vue, che da tempo adottano un modello basato su componenti autonomi.

È importante però sottolineare che questa transizione non significa abbandonare le solide basi di Angular: gli NgModules continueranno a essere supportati, garantendo stabilità e compatibilità con il vasto ecosistema di applicazioni enterprise esistenti.

Per chi sta valutando quando e come migrare, la strada migliore è iniziare gradualmente, sfruttando i casi d’uso più adatti al proprio progetto e bilanciando innovazione e stabilità.

Per qualsiasi progetto in Angular, contattaci subito: ti aiuteremo a migrare la tua app a standalone components!

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